NINA KALINOVÀ nasce a Bojnice, in Slovacchia. Fin dalla più giovane età è attratta dalle questioni sull’estetica. Consegue il diploma di maturità classica ma antepone poi, agli studi universitari, l’amore per l’arte, le lingue, la scultura e soprattutto per la fotografia da cui era stata sedotta dall’età di quindici anni, durante una visita in occasione di una mostra nel Museo Regionale in Prievidza. Da qui la frequentazione, per quattro anni, della scuola privata gestita dalla pittrice e scenografa Emilia Jakubisovà, subito dopo del Foto-Club nazionale slovacco dei fotografi amatoriali e la prima premiazione alla mostra “Prizma”. Un viaggio in Sicilia le fa scoprire la luce ed i colori dell’Isola anche se, da fotografa, prediligerà spesso il bianco e nero. Apre uno studio fotografico a Finale di Pollina, dove, già da 15 anni, Nina vive ed opera. Diventa, nel frattempo, membro del “Tau Visual”, associazione nazionale dei fotografi professionisti. All’attività professionale, Nina, affianca la sua personale ricerca espressiva che si avvale del mezzo fotografico per scandagliare negli aspetti più profondi – antropologici e sociali – delle tradizioni locali come feste, riti e eventi. Le sue fotografie sono sempre più presenti in mostre collettive e personali, grazie alle quali va via via maturando un’attenzione alle relazioni simbiotiche nel rapporto tra l’uomo, la natura e il mondo animale oltre che un ben delineato pensiero tecnico-estetico, etico e sociologico che si inserisce nell’attuale dibattito sul ruolo della fotografia. Nina è infatti profondamente certa che la fotografia sia uno strumento indispensabile per una vera e propria rivoluzione etica, per la battaglia sui diritti civili, per fondare società più giuste. Ed ecco che tali principi sono a fondamento della sua più recente fase operativa,testimoniata da diverse performances . Adora il suo lavoro. Per Nina è un momento di relax e concentrazione, è un mettersi al servizio alla vita.